giovedì 6 maggio 2021

"Sono nel cuore di ognuno..." di Srila Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Dio ha dotato ogni essere di un certo libero arbitrio: se aspiriamo ai piaceri materiali e per
ottenerli desideriamo sinceramente fare appello agli Esseri Celesti (Brahma, Siva, Sarasvati, etc.), il Signore, presente come Anima Suprema nel cuore di ciascuno di noi, comprende il nostro desiderio e ci permette di esaudirlo. Padre supremo di tutti gli esseri, Egli non reprime la nostra volontà d’indipendenza;anzi, facilità la soddisfazione di ogni nostro desiderio materiale. Ci si potrebbe chiedere allora perché Dio onnipotente permetta agli esseri viventi di godere della materia e di cadere nei meandri dell’energia illusoria. La risposta è che se Egli, come Anima Suprema, non concedesse questa possibilità, la loro libertà non avrebbe significato. Egli li lascia dunque completamente liberi di agire come vogliono, ma nella Bhagavad-gita dà il Suo insegnamento finale: lasciare tutto per abbandonarsi interamente a Lui e conquistare così la felicità. 
 Uomini ed Esseri Celesti sono tutti subordinati alla volontà di Dio, la Persona Suprema. Il culto agli Esseri Celesti non dipende dunque solo dal desiderio dell’uomo, né gli Esseri Celesti possono, da soli, accordare le loro benedizioni. Si dice che neppure un filo d’erba si muova in modo indipendente dalla volontà del Signore Supremo. Di solito coloro che soffrono si rivolgono agli Esseri Celesti, seguendo le raccomandazioni dei Veda, e rendono culto a questa o a quella Divinità secondo il beneficio che vogliono ottenere. Chi vuole ritrovare la salute rende culto al dio del sole, chi aspira all’erudizione rende culto a Sarasvati, la dea del sapere, e chi desidera una bella sposa a Uma, la moglie di Siva. Questi sono alcuni esempi delle indicazioni contenute negli sastra (Scritture vediche) sui culti resi ai vari Esseri Celesti. A chi desidera ottenere un particolare beneficio, il Signore dà l’ispirazione e la determinazione con cui potrà avvicinare l’Essere Celeste che può accordarglielo e ottenere così ciò che desidera. La particolare devozione che un individuo prova per una certa Divinità viene anch’essa dal Signore e non dalla Divinità stessa; solo Krishna , l’Anima Suprema situata nel cuore di ognuno, può ispirare l’uomo nel suo culto agli Esseri Celesti, che dopotutto costituiscono le diverse membra del corpo universale del Signore Supremo, e non hanno alcuna indipendenza propria. Nel primo Anuvaka della Taittiriya Upanisad,si trova questo verso: “Dio, la Persona Suprema, abita anche nel cuore degli Esseri Celesti come Paramàtmà; è Lui che permette loro di soddisfare i desideri degli uomini. Né gli Esseri Celesti né gli uomini sono indipendenti. Tutti dipendono dalla volontà suprema.”
 
Commento al verso 21 del capitolo 7 della Bhagavad - gita.

martedì 4 maggio 2021

"La Causa Prima è da sè stessa e per sè stessa" di Srila B.R. Sridhara Deva Goswami Maharaja


Quale posizione occupa il Centro? È menzionato nella Bhagavad-gita:


sarva-dharmàn parityajya
mam ekam saranam vraja

(Bg. 18.66)

 

Krsna spiega la Sua posizione: “Abbandona ogni dharma (dovere) e semplicemente abbandonati a Me”.

Ora voglio presentare questo concetto da un altro punto di vista.

Hegel era un grande filosofo tedesco e la sua filo­sofia è conosciuta come perfezionismo. Egli ha dato un’idea: la Verità Assoluta, la Causa Prima di tutto, deve avere due qualifiche per essere tale. Deve essere: da sè stessa per sè stessa.

Ti prego di prestare attenzione. Da sè stesso significa che Egli è la Sua stessa causa, nient’altro lo ha creato. Se qualcosa lo avesse creato, quel creatore avrebbe la primaria importanza. Di conseguenza, per essere Assoluto deve essere anadi, eternamente esistente e non creato da alcuno. L’Assoluto deve avere questa qualifica. L’altra qualità è che la Verità Assoluta è per sè stessa. Esiste solo per la propria soddisfazione, non per soddisfare qualcun altro. Se la Sua esistenza fosse in funzione di soddisfare qualche altra entità, avrebbe un’importanza secondaria, e colui per la soddisfazione del quale Egli vive, assumerebbe la posizione primaria.

Di conseguenza, l’Assoluto deve avere queste due qualifiche: Egli è la Sua stessa causa, ed Egli esiste solo per soddisfare Se stesso, per perseguire il Suo scopo. Se un filo d’erba si muove, lo fa per compiere lo scopo dell’Assoluto. Tutto – ogni accadimento, e qualsiasi cosa succeda – deve esistere per la Sua soddisfazione. Così la vera corrente è il Suo lila, il Suo Passatempo. Noi siamo guidati da altri interessi: interessi familiari, interessi nazionali, sociali, umanitari ecc… Ma se rapportate all’infinito, queste attività sono solo una piccola cosa, una piccola parte, e noi siamo continuamente impegnati ad agire per questi interessi separati. Tra innumerevoli interessi separati ci sono logicamente dei conflitti e quindi si generano problemi. Ma noi dobbiamo lasciare tutti questi cosiddetti interessi particolari, uscire dal fraintendimento, e cercare di raggiungere la funzione di unità attive per la causa dell’insieme.

La conclusione della Bhagavad-gita data da Krsna è “Sarvva-dharmmàn parityajya - Abbandona tutti i doveri che credi ora di dover compiere e - màm ekam saranam vraja - abbandonati ai Miei piedi”.

aham tvàm sarvva-pàpebhyo

moksayisyàmi mà sucah

“Ti libererò da tutti i problemi che tu possa mai immaginare”.

In altre parole devi ricordare di essere fedele al Centro. Attualmente, tutte le tue attività sono rivolte verso un interesse locale; abbandona questa locale identificazione dei tuoi interessi e fondili, armonizzali totalmente nell’interesse del tutto organico.

Vediamo un esempio: se un ufficiale di polizia prende anche solo tre rupie per un suo scopo personale, viene punito, ma se uccide anche più persone per l’interesse del paese, viene premiato. Allo stesso modo, qualunque cosa fatta per la soddisfazione dell’insieme è buono, ma se l’azione è diretta ad un tuo beneficio personale o per favorire un tuo amico, dovrai essere punito. In una fabbrica, non abbiamo nessun diritto di prendere una bustarella per il nostro tornaconto personale, allo stesso modo non abbiamo nessun diritto di indire uno sciopero, cioè di far man­care la forza lavorativa, perché in quel caso la fabbri­ca sarà distrutta.

Né lo sfruttamento né la rinuncia serviranno. Lo sfruttamento è evidentemente negativo e, poiché non abbiamo nessun diritto di astenerci dall’agire, di scioperare, anche la rinuncia è negativa. In un insieme organico l’interesse comune è che ognuno deve dedicarsi al Centro, e al Centro significa al tutto. Quando mettiamo del cibo nello stomaco, lo stomaco lo distribuirà adeguatamente ad ogni parte secondo le necessità. Questo modo di vivere e di pensare è Vaisnavismo. Esiste un insieme organico, e noi ne siamo una parte. Abbiamo il nostro particolare dovere in connessione con il tutto e questo consiste nella devozione per l’insieme. Non dobbiamo mettere il cibo nell’occhio, o nel naso, o nell’orecchio, o in qualsiasi altro posto che non sia lo stomaco; solo allora sarà distribuito correttamente e tutto l’organismo sarà sano. Ognuno di noi è parte dell’intero universo e il nostro compito è quello di lavorare per il tutto; questo significa devozione, dedizione, abbandono. E come possiamo venire a conoscenza di questo? Riceveremo l’aiuto dalle Scritture rivelate e dai molti santi e agenti che arrivano da quel piano per riportar­ci in armonia.