sabato 18 giugno 2022

"Srila Prabhupada dice che “il Signore accetta il motivo, non la pronuncia della lingua”. ……

 Prabhupada: Si, potete cantare preghiere in sanscrito, ma anche le preghiere in inglese possono essere pronunciate, perché il Signore accetta il motivo, non la pronuncia della lingua. Vuole vedere il motivo spirituale. Perfino se si perde qualcosa di effettivo nella traduzione, se il motivo è presente, non ci sarà nessuna differenza.


 

 

Ref. VedaBase: Lettera a Madhusudana, Los Angeles, 1 febbraio 1968

sabato 11 giugno 2022

"ERRARE E' UMANO" di Sua Divina Grazia Bhakti Raksaka Srila Sridhara Deva Goswami

Errare è umano. Errare è inevitabile per tutti noi, esseri imperfetti, ma nessuno desidera rimanere imperfetto. In ognuno di noi esiste un elemento animato che tende alla perfezione. Se così non fosse, non sentiremmo nessun desiderio. Certo, la nostra tendenza verso la perfezione è molto debole e limitata, anche se potremmo ottenere lo scopo ultimo in un attimo. La nostra capacità limitata e la tendenza alla perfezione aprono le porte alla guida di un guru. L’imperfetto non sarebbe tale se non avesse bisogno di aiuto. Il Perfetto non sarebbe tale se non potesse sostenere Se stesso o se non potesse aiutare gli altri spontaneamente. La guida alla perfezione o alla Verità Assoluta, perciò, è necessariamente una funzione dell’assoluto Sé, e l’agente divino attraverso il quale questa si manifesta è Sri Guru, la Guida Divina. Per un ricercatore della Verità Assoluta, la sottomissione al guru è inevitabile. Una classe di pensatori crede, comunque, che "laddove la ricerca scientifica sia possibile, perché una più alta conoscenza spirituale non può evolversi dal suo interno?" Queste persone sono ignoranti riguardo la natura più essenziale della conoscenza assoluta, ovvero che Egli solo è il Soggetto Assoluto, e che tutti noi, costituzionalmente, siamo solo un oggetto nei confronti della Sua visione onnisciente. È impossibile per l’occhio vedere la mente, perché l’occhio può avere una connessione con la mente solo quando quest’ultima gli presta attenzione. Similmente, la nostra connessione con la Conoscenza Assoluta dipende, per lo più, dal Suo dolce volere. Noi dobbiamo dipendere unicamente dal Suo agente, il nostro Maestro Spirituale, attraverso il quale piace donarSi. La società umana, con la sua cultura elevata, non è altro che una parte infinitesimale dell’Assoluto Dinamico. Come possiamo capire o sviluppare qualsiasi concezione della conoscenza spirituale dell’Infinito Incondizionato al di fuori del metodo di rivelazione diretto e positivo? Tutti i giganti intellettuali possono solo sentirsi dei pigmei al cospetto della Onnipotenza Onnisciente, la quale Si riserva il diritto di dare Se stessa solo attraverso i Suoi agenti. Per una nostra migliore conoscenza e sincerità, però, non dobbiamo abbandonarci a un falso agente. Nelle condizioni attuali non siamo di molto aiuto a noi stessi, perché allo stato presente siamo guidati soprattutto dai nostri precedenti samskara (natura acquisita). “Uccelli dalle stesse piume volano insieme”. Sebbene, generalmente, si sia sopraffatti dall’abitudine, esiste in una qualche misura la possibilità di una libera scelta, in modo particolare nella specie umana; la correzione, altrimenti, sarebbe impossibile e la punizione mera vendetta. La realtà può sostenere se stessa. La luce non necessita dell’oscurità per dar prova di sè. Il sole, da sé, può stabilire la propria supremazia su tutte le altre luci. Di fronte ad un occhio aperto e candido, il sad guru (la guida reale) risplende sopra tutti i professori. Sri Guru si manifesta soprattutto in due modi; dall’interno come direttore e dall’esterno come precettore. Entrambe le funzioni dell’Assoluto aiutano l’anima individuale, disciplinando la ricerca dello scopo assoluto. Nel nostro attuale stato caduto non siamo in grado di catturare correttamente le ingiunzioni della guida interna, così la manifestazione misericordiosa del precettore è il nostro solo aiuto e la nostra sola speranza. Allo stesso modo, però, è solo per la grazia del guru interno che possiamo riconoscere il vero precettore esterno e sottometterci ai Suoi santi piedi. Un discepolo autentico dovrebbe sempre essere consapevole che la sua più grande fortuna non è altro che un gentile sguardo del Signore Assoluto, non il diritto di esigere o l'esercizio di una prepotenza. Siamo costituzionalmente equipaggiati solo per essere dei validi recipienti del favore di Dio. Dovrebbe essere chiaro che l’anima individuale non potrà mai essere effettivamente come la Persona Suprema; nemmeno nel suo stato liberato o pienamente realizzato può essere ‘uno’ con il Signore. La concezione distorta del “tutt'uno” è stata introdotta dalla pigra indiscriminazione dell’Assoluta Personalità dall’orbita luminosa che ruota attorno alla Sua casa eterna, spirituale e beata. L’anima individuale, infatti, costituisce solo una parte di un particolare potere di medio valore del Signore Supremo, e come tale può essere convertita da entrambe le parti. L’anima individuale differisce dall’Entità Assoluta sia per qualità che per quantità ed è unicamente un’entità dipendente dall’Assoluto. In altri termini, il Signore Supremo Krishna è il Maestro e la jiva individuale è costituzionalmente Sua subordinata, ossia la Sua servitrice. Questa costante relazione è veramente salutare per la jiva. Il timore della schiavitù non trova un sostegno a causa della libera scelta e dell’immenso guadagno che se ne ricava. La libertà e l’individualità della jiva non sono compromesse dalla sottomissione al Bene Supremo, ma ne traggono profitto. La libertà e l’interesse individuale sono parti e particelle dell’Assoluto; Egli è la loro casa, così come un pesce è a casa nell’acqua o un animale in un’atmosfera salubre. La libertà, come tutte le altre qualità della Suprema Personalità, è illimitata e trascendentale. Tutte le entità sono armonizzate grazie alle sole funzioni parziali di queste qualità. Sri guru non è propriamente uguale al Signore Supremo, ma rappresenta pienamente l’essenza dell’intera potenza spirituale e incarna il più vasto ed eccellente servizio e favore del Signore. Essendo il Suo servitore più idoneo, è potenziato da Dio per reintegrare tutte quelle anime fuorviate, curando il loro stesso interesse. Il guru è il messaggero divino della speranza immortale e della gioia in questo mondo mortale e miserabile. Il suo avvento è l’evento più felice e auspicioso per le entità sofferenti, e può essere paragonato al sorgere della stella polare che può guidare il viaggiatore perduto nel deserto. Un gentile tocco della misericordiosa mano di Sri Guru fa cessare la pioggia incessante di lacrime da tutti gli occhi piangenti. Un patriota o un filantropo possono solo peggiorare il problema col loro frenetico e futile tentativo di alleviare le pene radicate in un’anima sofferente, così come un dottore sprovveduto rende un paziente sfortunato. Oh, quando questa povera anima realizzerà la grazia incondizionata di Sri Gurudeva!

                                                                                                   “The Harmonist”.1934