lunedì 9 maggio 2022

"Una nuova generazione di uomini santi"


“La visione vedica asserisce che la coscienza non è il prodotto di una combinazione chimica o di leggi fisiche, come la maggior parte delle scienze sperimentali sostiene, e Srila Prabhupada spronava i suoi studenti s essere fortemente assertivi su questo punto. Non mi sembra ci abbia mai incoraggiato ad essere pacifici o tranquilli. Al contrario, erano frequenti i riferimenti alla lotta contro maya (illusione), che consisteva nel lavorare diligentemente per smascherare la fallacia della convinzione che la coscienza ha un inizio o una fine. La vita, insisteva, è eterna.

Prabhupada portò a termine la sua missione durante gli anni Sessanta e Settanta, quando ci si aspettava che i maestri spirituali fossero pacifisti. Egli ribaltò tale credenza. Ad esempio, non si schierò contro la scienza, ma definì “diabolici” gli scienziati che presumevano di togliere Dio dalla creazione. Sono anche noti i suoi apprezzamenti nei confronti degli hippie riguardo la scelta di manifestare la loro insoddisfazione verso il consumismo. Condannava, infine, il governo statunitense per il fatto di inviare i giovani a morire sui campi di battaglia e di non riuscire a fornire loro una direzione spirituale. Una delle sue azioni più controverse fu quella di premiare i suoi studenti con l’Iniziazione Braminica, che fondamentalmente innalzava un’occidentale laico della “casta bassa” a sacerdote della “casta alta”, un’innovazione che fece adirare la gerarchia religiosa. Attraverso questo attivismo spirituale, pose le basi per una nuova generazione di uomini santi.

Da” Uno Swami in terra straniera”

di Joshua M. Greene (Yogesvara das)