Cosa affermano
gli eruditi
sulle origini della
Bhagavad
– gìtà
? Circa
millecinquecento anni fa
, il
grande matematico astronomo Arya-bhata, da dati archeo-astronomici
contenuti nel
Mahà-bhàrata
, dedusse
che la
guerra di Kuru – ksetra
, che
costituisce l'ambientazione storica della
Bhagavad
– gītā ,
ebbe luogo circa 5.100 anni fa.
Alcuni studiosi moderni, specialmente in
Occidente, hanno sollevato
obiezioni a questa datazione, ipotizzando invece che la Gītā
fosse stata composta approssimativamente tra il quinto ed il secondo secolo prima di Cristo. Alcuni studiosi
mettono spesso in dubbio anche la
storicità della maggior parte degli eventi
del Mahà-bhārata, mentre altri eruditi (sia in Occidente che in Oriente) e la maggior parte degli Hindu,
accettano sia la loro datazione
che la storicità. Chi ha ragione?
Le limitate prove empiriche non consentono che la comunità mondiale degli studiosi accetti o rifiuti
senza riserve tutte queste
posizioni, e ancor meno di pronunciarsi in modo autorevole sulla divinità di Krsna. Così come
dichiarare corretta o sbagliata
un'equazione algebrica corrisponde a fare un'affermazione algebrica, così anche dichiarare corretta o
sbagliata una tesi metafisica equivale a un'affermazione metafisica. E le leggi di base della comunità mondiale
degli studiosi non guardano con
favore le affermazioni metafisiche.
La conclusione è che malgrado la pletora delle migliori ipotesi erudite,
la comunità mondiale degli studiosi non ha prove sufficienti per accertare al di là di ogni ragionevole dubbio la data e l'origine della Bhagavad-gītā. Altre
affermazioni straordinarie, come
quando Krşņa dice di aver rivelato in principio la Gītā al deva del sole (4.1), non comportano
contraddizioni interne o altre illogicità, e
perciò devono rimanere affermazioni
sacre, anche al di là del potere della comunità mondiale degli studiosi di decretare ciò che è giusto
o sbagliato.
Gli studiosi spesso si chiedono se la Gitā facesse parte del Mahā-bhārata
originale o se vi sia stata aggiunta dopo. Di nuovo, la mancanza di prove storiografiche preclude una risposta accademica conclusiva. Nel ventesimo secolo,
i più illustri sanscritisti a livello
mondiale hanno tentato di ricostruire il Maha-bhārata originario a partire da
dozzine di edizioni sopravvissute. Dopo
mezzo secolo di studio brillante ed
assiduo, hanno dovuto ammettere che ricreare e identificare in modo certo la versione originale di questo testo va
oltre i poteri della comunità mondiale
degli studiosi. Perciò hanno difficoltà a
stabilire se la Gītā sia o no parte
di un testo originario che nessuno è in
grado di ricostruire chiaramente.
Le
controversie tra studiosi spesso si scaldano di più proprio dove le prove sono più deboli e lasciano uno
spazio ampissimo per opinioni conflittuali.
Le domande sulla datazione e composizione
originaria della Gītā forniscono
un'ampia opportunità solo per questo tipo di
dibattiti accademici senza fine.
Quello
che sappiamo oltre ogni dubbio è che la Bhagavad-gītā ha ispirato ed illuminato un numero enorme e crescente di anime. I devoti di Krsņa affermano che
abbiamo la Gītā autentica che il Signore Krsna ha voluto per noi. Dal loro punto di vista, piuttosto che litigare sulla
provenienza della Gitā, dovremmo far tesoro della sua profonda saggezza, che ha alleggerito fardelli, confortato cuori,
ispirato intelligenze e guidato
moltissime anime nella loro ricerca di significato
ultimo.
Nella
Bhagavad-gītā Krsna insegna che esistono
tre realtà fondamentali: le anime, la
natura e Dio. Egli insegna anche che la
relazione di Dio con le anime cadute è mediata dalle leggi del karma e
che le anime risvegliate si avvicinano e si mettono in relazione con Dio tramite yajña, il processo dell'offerta devota.