Fatto
ciò, entriamo a pieno titolo nella nostra attività.
Gli
yogi pongono l'esistenza di 5 corpi o piattaforme vitali, da cui sviluppiamo la
nostra esperienza nel mondo; lo spiegherò in modo semplice e riassuntivo:
1. L'Essere in sé, di natura immateriale, di qualità
permanente, consapevole e tendente alla felicità come motivazione esistenziale.
2. La coscienza identificata con la materia, dotata di
strumenti come memoria e intelligenza.
3. La mente sensibile, che possiede i rudimenti necessari
per percepire la realtà degli oggetti.
4. Un corpo energetico, sensibile a quella parte del
mondo fenomenico relazionato con le polarità e altre caratteristiche
dell'energia.
5. Una costruzione organica, fatta di elementi meno
sottili e più grossolani, o in altre parole: il corpo fisico.
Di
queste cinque piattaforme, considereremo il primo, cioè l'Essere stesso (nel
linguaggio yogico viene definito come Atma, Jiva o Aham) come il Sé originale,
capace di sperimentare l'intera esperienza esistenziale, all'interno della
quale il mondo della materia è uno di questi, ma non l'unico, poiché la realtà
in tutta la sua infinita estensione è considerata comprendere varie nature, più
precisamente e sinteticamente due: materiale e trascendentale (o spirituale).
Da
questo punto di vista, come spiegato nella saggezza dello yoga, l'originale
Atma, Jiva o Sé, è di natura spirituale, ma capace di sperimentare la natura
materiale sulla base dell’apprezzamento della sua tendenza verso la felicità o
il godimento.
L'Atma, il Jiva o il Sé originale sono di natura
spirituale, ma in grado di sperimentare la natura materiale.
Al fine di percepire, sentire, comprendere e vivere la vita nella realtà materiale, è necessario per lui acquisire gli strumenti che rendono possibile questo compito; entrano così in gioco gli altri quattro corpi o piattaforme, che sono, in realtà, strumenti sofisticati che permettono all'Essere (Atma o Jiva) di muoversi nelle diverse dimensioni di questo mondo "tangibile".
Il Sé originale, nella
sua natura trascendentale, ha tre caratteristiche principali: rimane nel tempo,
è cosciente, cerca e sperimenta la felicità e la gioia.
Noi, entità coscienti che abbiamo scelto di sperimentare
il godimento dalla nostra attuale prospettiva materiale, lo facciamo usando gli
altri quattro corpi che ci permettono di farlo (coscienza materiale, mente
percettiva, energia e corpo fisico). Identificandoci con il mondo, il
nostro Essere originale, quello reale, è relegato in secondo piano, poiché la
coscienza materiale sposta la coscienza spirituale (momentaneamente) dal
proprio posto, causando l’insorgere di un nuovo ego, o una nuova nozione di “Io”
che si sente parte di questa realtà oggettiva, vale a dire un nuovo Ego di
natura materialistica, che cerca di vivere, sostanzialmente, cercando la
felicità negli aspetti del corpo fisico e mentale. Questi ultimi sono
chiamati dagli yogi: Ahamkara
o falso Ego. Questo Ahamkara, o falso Ego (per
distinguerlo dall'Io, o Io originale), è un’identificazione completa e totale
con il mondo, un'identificazione che si fortifica sempre più nella misura in
cui accumuliamo esperienze fisiche e mentali, diventando l'idea che abbiamo di
noi stessi e influenzando ciascuna delle nostre esperienze qui, in questa
dimensione, arrivando al punto di dirigere tutta la nostra attenzione verso
fenomeni grossolani.
Ora,
poiché questo falso Ego è costruito su aspetti puramente materiali, anche le
loro prospettive, i desideri e le possibilità li perseguiteranno, immergendo lo
sperimentatore in un circolo vizioso di materialità, sia al livello di elementi
grossolani, sia al livello di elementi sottili (emozioni, conoscenza,
ecc.). La saggezza dello yoga, in uno dei suoi argomenti più rilevanti, ci
spinge ad approfondire lo studio di noi stessi, con la magnifica prospettiva di
poter trasferire le influenze del falso ego alla ricerca di quel Sé profondo
che giace coperto da un errore, una nozione di ciò che siamo e un'eccessiva
attenzione alla materia. Svilupperemo varie prospettive che ci
permetteranno di conoscerci meglio, comprendendo anche la realtà nelle sue
diverse manifestazioni, e dotarci di strumenti che conducono alla
risoluzione di problemi vitali.
Possa la tua vita essere di buon auspicio.
Muni
Vyasa Das