Siva ha un principio esistenziale particolare. Le Scritture Vediche menzionano tre principi: il primo è il sakti-mahan-tattva o isa-tattva, il principio del controllore supremo chiamato anche isvara-tattva o, sakti-mahan, proprietario di tutte le energie, e corrisponde a Visnu, la Verità Assoluta. Il secondo è il sakti-tattva, il principio dell'energia e il terzo è il jiva-atma, il principio dell'essere vivente situato in una posizione marginale. Siva non appartiene a nessuna di queste tre categorie; fa parte di una categoria particolare che viene chiamata siva-tattva. Egli non è isvara-tattva, né, sakti-tattva, né jiva-tattva e la sua posizione lo rende, dopo Visnu, la persona più importante degli universi materiali. Infatti Siva è presente in tutti gli universi, mentre Brahma è presente solo in ogni singolo universo; in altre parole in ogni universo è presente un Brahma diverso. Nel nostro universo Brahma possiede quattro teste, ma negli altri universi ne possiede molte di più.
Brahma è un essere vivente, una jiva, un'anima che
ricopre questa posizione particolare. In ogni universo questa posizione è
ricoperta da una jiva differente,
mentre Siva è lo stesso essere in tutti gli universi. La sua posizione quindi è
molto più elevata. C'è poi un'altra ragione per la quale la posizione di Siva è
più elevata di quella di Brahma e degli altri deva. Quando Visnu
crea il mondo materiale non contatta direttamente la Propria energia illusoria, maya,
perchè Visnu non è mai illuso dalla Propria potenza illusoria. Egli è sempre
consapevole di Sé Stesso. Come contatta allora maya? La guarda. Ma
questo sguardo non Lo mette in contatto diretto con lei perché questo Suo
sguardo prende la forma di Siva, Sambhu. Guardando l'illusione, Visnu, che
rimane nella Propria posizione trascendentale, crea, manifesta il
rappresentante, Sambhu, Siva, che entra in contatto diretto con essa. In un
certo senso Siva è perciò Visnu stesso, Visnu che contatta maya e
che non entrando direttamente in contatto con lei, crea Siva.
Visnu, la Verità Assoluta, possiede eternamente una potenza che viene
chiamata cit:
è sempre consapevole di Se Stesso. La potenza cit è la potenza
di conoscenza, la potenza di cognizione, che si manifesta in due modi: il primo
è che Visnu conosce sempre perfettamente Se Stesso e le Sue energie e non
fraintende mai nulla, il secondo è che attraverso questa potenza Lo si può
conoscere, può farSi conoscere. Visnu perciò non può degradarSi: nel momento in
cui Egli contatta l'illusione non è più Lui, ma un Suo aspetto che prende il
nome di Siva. Prendiamo come esempio il latte e lo yogurt. Il latte, quando
viene messo in contatto con determinati agenti, tipo i fermenti, diventa
yogurt. E' latte, mantiene alcune caratteristiche del latte, ma possiede allo
stesso tempo altre caratteristiche che non gli permettono più di essere
chiamato latte. Così dal latte si può produrre lo yogurt, ma dallo yogurt non
si può ricavare il latte.
Visnu include tutte le qualità di Siva ma Siva non possiede tutte le
qualità di Visnu. E' situato però in una posizione molto particolare, perché è
grazie a lui che gli universi materiali si manifestano. Non solo è presente in
ogni universo ma è anche il consorte di maya, dell'energia
illusoria che fornisce il corpo a innumerevoli deva. La sua posizione
quindi è molto elevata. Infatti Sati, la moglie di Siva, parlando con Daksa,
suo padre, dice: "Come è possibile che tu non riesca a comprendere che
anche Brahma è sottoposto a Siva? Brahma ne è consapevole, come lo sono tutti
gli altri deva e tutti gli esseri
viventi." Tutti adorano Siva, sia coloro che vogliono raggiungere il brahmananda (gioia
spirituale), sia coloro che desiderano ottenere delle facilitazioni materiali.
Le facilitazioni materiali che Daksa desidera ottenere gli verranno fornite da
Durga-Devi che essendo agente di Visnu fornirà anche i risultati del
sacrificio. E Siva è il compagno di Durga, suo marito.
Daksa scioccamente non si rende conto della posizione elevata di Siva e
Srila Prabhupada fornisce la seguente spiegazione a chi si domanda:
"Perché non chiarire allora che Visnu è il Supremo e che i poteri di cui
sono dotati i deva, Siva incluso, possono farlo
fraintendere?" Krishna dà il potere di concedere benedizioni ai deva a
causa dei desideri degli esseri viventi. Chi ha il desiderio intenso di godere
di questo mondo materiale può fare in qualche modo una specie di avanzamento,
sia cercando di soddisfare il proprio desiderio, anche se è un percorso irto di
difficoltà, sia elevandosi a un pianeta superiore dove potrebbe con una
migliore associazione e una maggiore conoscenza, se non rimane invischiato
nelle attività gratificatorie, rinunciare alla gratificazione dei sensi. Così
Krishna dà ai deva un po' di fama e un po' di
potere, in modo che certa gente, adorandoli, non rimarrà in uno stato
animalesco. La Bhagavad-gita dice che le persone
che sono sotto l'influenza della virtù adorano i deva.
Questa adorazione è naturalmente motivata e nasce dall'illusione.
Situarsi nei pianeti superiori è però un'illusione in qualche modo migliore di
quella di coloro che rimangono nel vikarma, (cioè
compiono attività peccaminose) sotto la completa influenza dell'ignoranza,
perché nei pianeti superiori c'è maggiore conoscenza. Sui pianeti
superiori infatti lo Srimad-Bhagavatam è
composto da tre milioni di versi, mentre qui sulla Terra ne ha solo
diciottomila. C'è maggiore conoscenza e purtroppo però anche un maggiore
piacere per cui si può rimanere attratti ancor più dalla vita materiale. Per
questa ragione Krishna dà ai deva la
possibilità di diventare molto famosi e molto adorati dagli esseri umani, anche
se questo non deve creare fraintendimenti sulla Sua posizione. E' un'offesa
pensare che Krishna e Visnu siano sullo stesso piano degli esseri celesti. C'è
una differenza abissale. Non è neppure possibile paragonarli perché Krishna è sattva-valambhi
parasattva visuddha sattvam: Krishna è il supporto e il sostegno
dell'esistenza di tutti gli esseri viventi, Siva incluso. Siva non potrebbe
esistere se Visnu non ne sostenesse l'esistenza. E così pure i deva.
I deva non
possono esistere autonomamente da Visnu. I deva non sono
altro che anime in possesso di corpi creati dall'energia di Visnu ed essendo
anime sono anch'essi frazioni infinitesimali di Visnu stesso, che ne è il
controllore eterno. Nessuno perciò avrebbe ragione di esistere né come deva,
né come essere umano se non come servitore di Visnu, se non come subordinato di
Krishna, e porre un essere celeste sullo stesso piano di Krishna o di Visnu
significa offendere Krishna, diminuirne la potenza, e non avere una visione
corretta delle Loro differenti posizioni. Sati è pienamente consapevole della
posizione di Siva, sa che dopo Visnu viene Siva e vorrebbe far sì che Daksa
imparasse umilmente a collocarsi nella giusta posizione, perché mantenendo una
mentalità offensiva si autodistrugge. Sta facendo il possibile per farlo
tornare in sé, spiegandogli ciò che dicono le autorità spirituali. Quando si
vuole convincere qualcun altro di qualcosa, il modo migliore è citare gli sastra,
(le Scritture) e citare a sostegno di ciò che si sta dicendo i nomi delle
autorità spirituali che lo possono confermare.
Krishna Stesso nella Bhagavad-gita, quando
parla con Arjuna, menziona nomi di saggi. E anche Arjuna quando glorifica
Krishna menziona nomi di saggi, di autorità spirituali. Tutti citano le
autorità spirituali. Menzionare quindi sastra e autorità
spirituali è il modo di dare sostegno, di porre enfasi su ciò che si sta
dicendo, sull'argomento che si sta sostenendo. Sati menziona Brahma, il
progenitore dell'universo, padre sia di Siva che di Daksa, padre di tutti gli
esseri viventi. Sta tentando tutto il possibile, usando gli argomenti migliori,
ma Daksa ha il cuore roso dall'invidia. In realtà, nella sua intelligenza,
Daksa intuisce che Siva è in una posizione di superiorità, Daksa non è così
sciocco da non sapere nulla della posizione di Siva. Però l'invidia è un
meccanismo tale da far sì che anche se si è consapevoli di qualcosa, anche se
si ricorda qualcosa, questa cosa venga messa immediatamente in secondo piano.
Daksa non pensava di poter far arrabbiare Siva. La rabbia del Signore o del Suo
rappresentante è benevola per l'essere vivente.
Quando si entra in contatto con il puro devoto del Signore o con il
Signore Stesso, sia che il Signore mostri un'apparente benevolenza nei nostri
confronti, sia che sia arrabbiato, l'anima trae del beneficio. Sati funge
quindi da catalizzatore, da innesco per l'esplosione della rabbia di Siva e
quando Siva si arrabbierà l'orgoglio di Daksa verrà completamente distrutto.
Daksa dovrà piegare la testa, anzi gliela taglieranno e gli metteranno la testa
di una capra, in modo da imparare che l'invidia gli ha portato solo grandi
disgrazie. E Daksa imparerà. In un modo o nell'altro il devoto deve sempre
sperare che Krishna Si prenda cura di lui. Ovviamente spererà che questa cura
sia sempre amorevole e sa che la cura amorevole del Signore è evocata dal
proprio atteggiamento umile e sottomesso. Sa altresì che l'atteggiamento irato
del Signore è evocato da altri modi di pensare e di agire. E' quindi sempre
attento a non commettere offese, ad essere giusto e buono nei confronti di
Krishna, dei Suoi rappresentanti e anche dei deva, perché non si
può (anche se loro non sono allo stesso livello di Krishna) pensare di essere
al loro livello, disprezzarli o mancare loro di rispetto.
Ciò non significa che debbano essere adorati: devono essere rispettati.
Una persona che è rispettosa e umile gode del favore di tutti. Chi è invece
irrispettoso non è caro a nessuno. Citraketu era diventato re dei Vidyadhara
per le austerità che aveva compiuto. Mentre viaggiava in aeroplano sopra
Kailasa, aveva visto Siva che parlava con dei saggi con Durga seduta sulle sue
ginocchia. Citraketu si era messo a ridere, gli aveva mancato di rispetto:
"Siva parla di filosofia con una donna seduta sulle ginocchia." Durga
lo aveva maledetto e anche se Siva l'aveva redarguita subito, la maledizione
era ormai partita e Citraketu dovette rinascere come Vritasura. Tuttavia poiché
era stato maledetto da Durga, che è la consorte di Siva, il più grande tra i
devoti, e poiché Siva era benevolo nei suoi confronti, questa nascita gli servì
per tornare nel mondo spirituale, grazie al fatto che Citraketu aveva mantenuto
uno spirito devozionale anche con un corpo da asura. Citraketu era
stato disattento ed era dovuto rinascere, mentre avrebbe potuto perfezionarsi
in quella stessa vita. Aveva commesso l'offesa di essere stato critico nei
confronti di Siva. Dovremmo imparare come non fare errori in questa vita e,
sviluppando un atteggiamento equanime e sottomesso, dovremmo guadagnarci il
favore degli acarya, i migliori tra i devoti. Srila
Prabhupada ha detto che quando gli acarya sono
soddisfatti, Krishna è soddisfatto e quando Krishna è soddisfatto è sicuro che
potremo tornare a Lui.