lunedì 11 gennaio 2021

Chi è Siva


Siva ha un principio esistenziale particolare. Le Scritture Vediche menzionano tre principi: il primo è il sakti-mahan-tattva o isa-tattva, il principio del controllore supremo chiamato anche isvara-tattva o, sakti-mahan, proprietario di tutte le energie, e corrisponde a Visnu, la Verità Assoluta. Il secondo è il sakti-tattva, il principio dell'energia e il terzo è il jiva-atma, il principio dell'essere vivente situato in una posizione marginale. Siva non appartiene a nessuna di queste tre categorie; fa parte di una categoria particolare che viene chiamata siva-tattva. Egli non è isvara-tattva, né, sakti-tattva, né jiva-tattva e la sua posizione lo rende, dopo Visnu, la persona più importante degli universi materiali. Infatti Siva è presente in tutti gli universi, mentre Brahma è presente solo in ogni singolo universo; in altre parole in ogni universo è presente un Brahma diverso. Nel nostro universo Brahma possiede quattro teste, ma negli altri universi ne possiede molte di più.

Brahma è un essere vivente, una jiva, un'anima che ricopre questa posizione particolare. In ogni universo questa posizione è ricoperta da una jiva differente, mentre Siva è lo stesso essere in tutti gli universi. La sua posizione quindi è molto più elevata. C'è poi un'altra ragione per la quale la posizione di Siva è più elevata di quella di Brahma e degli altri deva. Quando Visnu crea il mondo materiale non contatta direttamente la Propria energia illusoria, maya, perchè Visnu non è mai illuso dalla Propria potenza illusoria. Egli è sempre consapevole di Sé Stesso. Come contatta allora maya? La guarda. Ma questo sguardo non Lo mette in contatto diretto con lei perché questo Suo sguardo prende la forma di Siva, Sambhu. Guardando l'illusione, Visnu, che rimane nella Propria posizione trascendentale, crea, manifesta il rappresentante, Sambhu, Siva, che entra in contatto diretto con essa. In un certo senso Siva è perciò Visnu stesso, Visnu che contatta maya e che non entrando direttamente in contatto con lei, crea Siva.

Visnu, la Verità Assoluta, possiede eternamente una potenza che viene chiamata cit: è sempre consapevole di Se Stesso. La potenza cit è la potenza di conoscenza, la potenza di cognizione, che si manifesta in due modi: il primo è che Visnu conosce sempre perfettamente Se Stesso e le Sue energie e non fraintende mai nulla, il secondo è che attraverso questa potenza Lo si può conoscere, può farSi conoscere. Visnu perciò non può degradarSi: nel momento in cui Egli contatta l'illusione non è più Lui, ma un Suo aspetto che prende il nome di Siva. Prendiamo come esempio il latte e lo yogurt. Il latte, quando viene messo in contatto con determinati agenti, tipo i fermenti, diventa yogurt. E' latte, mantiene alcune caratteristiche del latte, ma possiede allo stesso tempo altre caratteristiche che non gli permettono più di essere chiamato latte. Così dal latte si può produrre lo yogurt, ma dallo yogurt non si può ricavare il latte.

Visnu include tutte le qualità di Siva ma Siva non possiede tutte le qualità di Visnu. E' situato però in una posizione molto particolare, perché è grazie a lui che gli universi materiali si manifestano. Non solo è presente in ogni universo ma è anche il consorte di maya, dell'energia illusoria che fornisce il corpo a innumerevoli deva. La sua posizione quindi è molto elevata. Infatti Sati, la moglie di Siva, parlando con Daksa, suo padre, dice: "Come è possibile che tu non riesca a comprendere che anche Brahma è sottoposto a Siva? Brahma ne è consapevole, come lo sono tutti gli altri deva e tutti gli esseri viventi." Tutti adorano Siva, sia coloro che vogliono raggiungere il brahmananda (gioia spirituale), sia coloro che desiderano ottenere delle facilitazioni materiali. Le facilitazioni materiali che Daksa desidera ottenere gli verranno fornite da Durga-Devi che essendo agente di Visnu fornirà anche i risultati del sacrificio. E Siva è il compagno di Durga, suo marito.

Daksa scioccamente non si rende conto della posizione elevata di Siva e Srila Prabhupada fornisce la seguente spiegazione a chi si domanda: "Perché non chiarire allora che Visnu è il Supremo e che i poteri di cui sono dotati i deva, Siva incluso, possono farlo fraintendere?" Krishna dà il potere di concedere benedizioni ai deva a causa dei desideri degli esseri viventi. Chi ha il desiderio intenso di godere di questo mondo materiale può fare in qualche modo una specie di avanzamento, sia cercando di soddisfare il proprio desiderio, anche se è un percorso irto di difficoltà, sia elevandosi a un pianeta superiore dove potrebbe con una migliore associazione e una maggiore conoscenza, se non rimane invischiato nelle attività gratificatorie, rinunciare alla gratificazione dei sensi. Così Krishna dà ai deva un po' di fama e un po' di potere, in modo che certa gente, adorandoli, non rimarrà in uno stato animalesco. La Bhagavad-gita dice che le persone che sono sotto l'influenza della virtù adorano i deva.

Questa adorazione è naturalmente motivata e nasce dall'illusione. Situarsi nei pianeti superiori è però un'illusione in qualche modo migliore di quella di coloro che rimangono nel vikarma, (cioè compiono attività peccaminose) sotto la completa influenza dell'ignoranza, perché nei pianeti superiori c'è maggiore conoscenza. Sui pianeti  superiori  infatti lo Srimad-Bhagavatam è composto da tre milioni di versi, mentre qui sulla Terra ne ha solo diciottomila. C'è maggiore conoscenza e purtroppo però anche un maggiore piacere per cui si può rimanere attratti ancor più dalla vita materiale. Per questa ragione Krishna dà ai deva la possibilità di diventare molto famosi e molto adorati dagli esseri umani, anche se questo non deve creare fraintendimenti sulla Sua posizione. E' un'offesa pensare che Krishna e Visnu siano sullo stesso piano degli esseri celesti. C'è una differenza abissale. Non è neppure possibile paragonarli perché Krishna è sattva-valambhi parasattva visuddha sattvam: Krishna è il supporto e il sostegno dell'esistenza di tutti gli esseri viventi, Siva incluso. Siva non potrebbe esistere se Visnu non ne sostenesse l'esistenza. E così pure i deva.

deva non possono esistere autonomamente da Visnu. I deva non sono altro che anime in possesso di corpi creati dall'energia di Visnu ed essendo anime sono anch'essi frazioni infinitesimali di Visnu stesso, che ne è il controllore eterno. Nessuno perciò avrebbe ragione di esistere né come deva, né come essere umano se non come servitore di Visnu, se non come subordinato di Krishna, e porre un essere celeste sullo stesso piano di Krishna o di Visnu significa offendere Krishna, diminuirne la potenza, e non avere una visione corretta delle Loro differenti posizioni. Sati è pienamente consapevole della posizione di Siva, sa che dopo Visnu viene Siva e vorrebbe far sì che Daksa imparasse umilmente a collocarsi nella giusta posizione, perché mantenendo una mentalità offensiva si autodistrugge. Sta facendo il possibile per farlo tornare in sé, spiegandogli ciò che dicono le autorità spirituali. Quando si vuole convincere qualcun altro di qualcosa, il modo migliore è citare gli sastra, (le Scritture) e citare a sostegno di ciò che si sta dicendo i nomi delle autorità spirituali che lo possono confermare.

Krishna Stesso nella Bhagavad-gita, quando parla con Arjuna, menziona nomi di saggi. E anche Arjuna quando glorifica Krishna menziona nomi di saggi, di autorità spirituali. Tutti citano le autorità spirituali. Menzionare quindi sastra e autorità spirituali è il modo di dare sostegno, di porre enfasi su ciò che si sta dicendo, sull'argomento che si sta sostenendo. Sati menziona Brahma, il progenitore dell'universo, padre sia di Siva che di Daksa, padre di tutti gli esseri viventi. Sta tentando tutto il possibile, usando gli argomenti migliori, ma Daksa ha il cuore roso dall'invidia. In realtà, nella sua intelligenza, Daksa intuisce che Siva è in una posizione di superiorità, Daksa non è così sciocco da non sapere nulla della posizione di Siva. Però l'invidia è un meccanismo tale da far sì che anche se si è consapevoli di qualcosa, anche se si ricorda qualcosa, questa cosa venga messa immediatamente in secondo piano. Daksa non pensava di poter far arrabbiare Siva. La rabbia del Signore o del Suo rappresentante è benevola per l'essere vivente.

Quando si entra in contatto con il puro devoto del Signore o con il Signore Stesso, sia che il Signore mostri un'apparente benevolenza nei nostri confronti, sia che sia arrabbiato, l'anima trae del beneficio. Sati funge quindi da catalizzatore, da innesco per l'esplosione della rabbia di Siva e quando Siva si arrabbierà l'orgoglio di Daksa verrà completamente distrutto. Daksa dovrà piegare la testa, anzi gliela taglieranno e gli metteranno la testa di una capra, in modo da imparare che l'invidia gli ha portato solo grandi disgrazie. E Daksa imparerà. In un modo o nell'altro il devoto deve sempre sperare che Krishna Si prenda cura di lui. Ovviamente spererà che questa cura sia sempre amorevole e sa che la cura amorevole del Signore è evocata dal proprio atteggiamento umile e sottomesso. Sa altresì che l'atteggiamento irato del Signore è evocato da altri modi di pensare e di agire. E' quindi sempre attento a non commettere offese, ad essere giusto e buono nei confronti di Krishna, dei Suoi rappresentanti e anche dei deva, perché non si può (anche se loro non sono allo stesso livello di Krishna) pensare di essere al loro livello, disprezzarli o mancare loro di rispetto.

Ciò non significa che debbano essere adorati: devono essere rispettati. Una persona che è rispettosa e umile gode del favore di tutti. Chi è invece irrispettoso non è caro a nessuno. Citraketu era diventato re dei Vidyadhara per le austerità che aveva compiuto. Mentre viaggiava in aeroplano sopra Kailasa, aveva visto Siva che parlava con dei saggi con Durga seduta sulle sue ginocchia. Citraketu si era messo a ridere, gli aveva mancato di rispetto: "Siva parla di filosofia con una donna seduta sulle ginocchia." Durga lo aveva maledetto e anche se Siva l'aveva redarguita subito, la maledizione era ormai partita e Citraketu dovette rinascere come Vritasura. Tuttavia poiché era stato maledetto da Durga, che è la consorte di Siva, il più grande tra i devoti, e poiché Siva era benevolo nei suoi confronti, questa nascita gli servì per tornare nel mondo spirituale, grazie al fatto che Citraketu aveva mantenuto uno spirito devozionale anche con un corpo da asura. Citraketu era stato disattento ed era dovuto rinascere, mentre avrebbe potuto perfezionarsi in quella stessa vita. Aveva commesso l'offesa di essere stato critico nei confronti di Siva. Dovremmo imparare come non fare errori in questa vita e, sviluppando un atteggiamento equanime e sottomesso, dovremmo guadagnarci il favore degli acarya, i migliori tra i devoti. Srila Prabhupada ha detto che quando gli acarya sono soddisfatti, Krishna è soddisfatto e quando Krishna è soddisfatto è sicuro che potremo tornare a Lui.