martedì 20 aprile 2021

"CIVILTA' SQUILIBRATA" di Srila Bhaktivedanta Swami Prabhupada

 

 Srimad Bhagavatam  6.1.49 New Orleans, 1 Agosto1975



yathājñas tamasā (yukta)
upāste vyaktam eva hi
na veda pūrvam aparaṁ
 naṣṭa-janma-smṛtis tathā
 
(SB 6.1.49)
 

"Come una persona addormentata agisce secondo il corpo che manifesta nei suoi sogni e lo considera il suo vero sé, così una persona s'identifica col suo attuale corpo, acquisito grazie alle passate attività religiose o irreligiose, e non è in grado di conoscere le sue vite passate o future." 

 

Questa è la nostra posizione. Questo è il nostro progresso nella scienza, noi non sappiamo chi eravamo prima di questa vita, e cosa diventeremo dopo questa vita. La vita continua. Questa è la conoscenza spirituale. Ma molti non sanno neanche che la vita continua. Pensano di avere ottenuto questa vita per caso, pensano che tutto termina con la morte, che non c'è bisogno di porsi domande sul passato, sul presente o sul futuro. "Godiamocela", pensano. Questa si chiama ignoranza, tamasā, vita irresponsabile. Ajñaḥ; ajñaḥ significa "colui che non ha conoscenza". E chi sono coloro che non hanno conoscenza? tamasā, coloro che sono influenzati dall'ingnoranza. Ci sono tre tipi di influenze materiali: sattva, raja e tamas. Sattva-guna significa che tutto è chiaro, prakāśa. Proprio come ora, il cielo è coperto dalle nuvole e non è chiara la luce del sole. Ma al disopra delle nuvole c'é il sole, e tutto é chiaro. E anche all'interno delle nuvole non c'è chiarezza. Allo stesso modo, per coloro che sono influenzati da sattva-guna, tutto è chiaro, ma per coloro che sono influenzati da tama-guna, tutto è ignoranza, e coloro che si trovano da un misto di sattva-guna e tama-guna, sono influenzati da rajo-guna. Queste persone sono semplicemente interessate al corpo presente, non gli importa cosa accadrà, e non hanno nessuna conoscenza di cosa erano prima. E' scritto: nūnaṁ pramattaḥ kurute vikarma (SB 5.5.4). Pramattaḥ, proprio come un uomo pazzo, egli non sa perché é diventato matto, l'ha dimenticato, e dovuto alle sue attività, quello che accadrà dopo, lui non lo sa. Una persona pazza.

Quindi questa civiltà, la civiltà moderna, è proprio come la civiltà dei pazzi. Non hanno nessuna conoscenza della vita passata, e non sono nemmeno interessati alla vita futura. nūnaṁ pramattaḥ kurute vikarma (SB 5.5.4). Sono pienamente impegnati in attività colpevoli, perché non hanno conoscenza della vita passata. Proprio come un cane. Perché egli è diventato un cane, lui non lo sa, e non sa nemmeno cosa gli succederà dopo. Così un cane potrebbe essere stato il primo ministro nella sua vita passata, ma quando ottiene la vita da cane, egli si dimentica. Anche questa è un'altra influenza di māyā. -illusione- prakṣepātmikā-śakti, āvaraṇātmikā-śakti. Māyā ha due potenze. Se qualcuno, dovuto alle sue attività peccaminose passate, diventasse un cane, e se ricordasse che "Io ero il primo ministro e ora sono diventato un cane", sarebbe impossibile per lui continuare a vivere. Perciò, māyā copre la sua conoscenza. Mṛtyu. Mṛtyu significa dimenticare tutto. Ciò si chiama mṛtyu. Di ciò facciamo esperienza ogni giorno e ogni notte: quando di notte sogniamo, ci dimentichiamo di questo corpo. Dimentichiamo di essere sdraiati in un letto all'interno del nostro appartamento. No. Siamo convinti, forse, di stare  vagabondando per la strada o di trovarci in cima ad una collina. E siamo interessati solamente a quel corpo che stiamo sognando. Ci dimentichiamo del corpo precedente. Questa è ignoranza. L'ignoranza è così, e più  ci eleviamo dall'ignoranza alla conoscenza, più saremo vicini al successo della vita. Se rimarremo nell'ignoranza, sarà un completo fallimento. Significa rovinare la vita. Il Movimento per la Coscienza di Kṛṣṇa ha lo scopo di elevare una persona dall'ignoranza alla conoscenza. L'intero schema della letteratura vedica mira a liberare una persona. Kṛṣṇa, nella Bhagavad-gita, parla dei Suoi devoti, non di tutti. teṣāṁ ahaṁ samuddhartā mṛtyu-saṁsāra-sāgarāt (BG 12.7) E ancora:

teṣāṁ evānukampārtham
aham ajñāna-jaṁ tamaḥ
nāśayāmy ātma-bhāva-stho
jñāna-dīpena bhāsvatā
 
(BG 10.11)

Specialmente per i devoti... Egli si trova nel cuore di ognuno, ma Kṛṣṇa aiuta quel devoto che sta cercando di capirLo. Egli aiuta. I non-devoti conducono una vita simile a quella degli animali: mangiare, dormire, vita sessuale e difendersi. A loro non importa nulla della scienza spirituale, di come comprendere Dio o quale sia la loro relazione con Dio. Pensano Dio non esista. Anche Kṛṣṇa dice: "Sì, Dio non esiste. Dormite pure." Perciò viene richiesto sat-saṅga (la compagnia dei devoti). Satāṁ prasaṅgāt. Associandoci con i devoti risvegliamo la nostra curiosità riguardo a Dio. Per questo c'é bisogno di luoghi nei quali offrire la compagnia dei devoti. Non stiamo aprendo così tanti centri inutilmente. No. Tutto è fatto per il beneficio della società umana.