mercoledì 21 aprile 2021

"Piacere materiale significa sfruttamento, ed è reazionario" di Srila B.R.Sridhara Maharaja

 

Per favore, ascolta attentamente. Cercherò di spiegarti scientificamente il soggetto in generale, indipendentemente da qualsiasi concezione religiosa.

 Prima di tutto dobbiamo capire che esistono tre piani di vita: il piano dei piaceri materiali, il piano della rinuncia, il piano della devozione. Il piano del piacere mondano è quello in cui, più o meno, ci troviamo ora. Godimento materiale significa sfruttamento; senza sfruttamento niente può esistere in questo piano:

ahastàni sahastànam
apadàni catuspadàm
laghuni tatra mahatàm
jìvo jìvasya jìvanam
 
"Gli esseri senza mani sono la preda di quelli che hanno le mani; gli esseri senza zampe sono la preda di quelli che camminano. Così del debole si nutre il forte, e la legge universale vuole che ogni specie sia cibo per un'altra".

Tutto è pieno di vita: gli alberi, le piante rampicanti e anche l'erba, ma senza sfruttamento nessuno può mantenere il proprio corpo qui. Questo è il piano dello sfruttamento, e come dice Newton nella sua terza legge, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Attraverso lo sfruttamento si contrae un debito, e per estinguere questo debito si dovrà scendere. In questo modo esistono tantissime jìva (anime) che scendono e salgono, su e giù in base alle azioni e reazioni nel piano dello sfruttamento. Anche la società umana si basa sull'estremo sfruttamento; ovunque esiste il tentativo di vivere a costo della vita di altri. Senza questo, la vita è impossibile.
I Buddisti, i Giainisti, i seguaci di Sankara e tanti altri, tentando di sfuggire a questa trappola, cercano una vita dove non ci siano nè azione nè reazione. Per evitare azione e reazione cercano di trovare una posizione di rinuncia, ed arrivano a sviluppare una concezione simile ad un sonno senza sogni, il samàdhi: distaccarsi completamente dal mondo oggettivo e rimanere in un piano soggettivo. Non permettendo ai propri sentimenti di spostarsi nel piano più basso, essi mantengono sempre una posizione soggettiva, qualcosa di simile ad un sonno senza sogni.
I Vaisnava, coloro che servono la Suprema Personalità di Dio, sono dell'opinione che esista un altro mondo, quello della devozione. La devozione è proprio l'opposto dello sfruttamento. Nel piano mondano ogni unità vuole sfruttare l'ambiente, ma nel piano della devozione ogni unità vuole servire l'ambiente; e non solo l'ambiente, ma la vera chiave della vita in questo piano è quella di servire il Centro. Viviamo in un insieme organico, di conseguenza ogni punto deve essere collegato al Centro organico. La spiegazione è data nello Srìmad Bhàgavatam con l'analogia del servire la radice di un albero:
 
yathà taror mùla-nisecanena
trpyanti tat-skandha-bhujopasàkhàh
prànopahàràc ca yathendriyànàm
tathaiva sarvàrhnam acyutejya
S.B.4.31.14
 
"Come innaffiando le radici di un albero si dà energia a tutto l'albero, al tronco, ai rami, alle foglie e a tutto il resto, come fornendo cibo allo stomaco si dà forza ai sensi e alle varie membra del corpo, così il semplice fatto di adorare Dio, la Persona Suprema, col servizio devozionale vengono soddisfatti automaticamente anche gli esseri celesti, che sono frammenti di questa Persona Suprema"
 
Anche nella letteratura Vedica troviamo scritto: "Cerca di trovare l'Uno conoscendo il quale tutto è conosciuto".
Esiste un punto centrale conoscendo il quale tutto è conosciuto, ottenendo il quale tutto è ottenuto. Il consiglio di tutti i Veda è cercare di scoprire il Centro. Cerca perciò di identificare questo Centro. All'inizio alcuni potrebbero pensare che questa sia un'affermazione ridicola: "Solo un pazzo può dire una simile assurdità!". Un'analogia è data nello Srimad Bhagavatam: quando versi dell'acqua alla radice dell'albero, l'intero albero viene nutrito, e se metti del cibo nello stomaco l'intero corpo viene nutrito; similmente, se tu servi il Centro, tutto viene servito. Fare questo è possibile, e significa entrare nel piano della devozione. Evitando il piano dello sfruttamento e anche quello della rinuncia, cerca di entrare in quello della devozione. La tua àtmà, la tua anima, è un membro di quel piano. Quello è il mondo reale, mentre questo ne è un riflesso distorto.
Il mondo reale è quello in cui ogni unità si dedica al tutto, rappresentato dal Centro, proprio come in un corpo sano ogni atomo lavora per il benessere dell'intero organismo. Se un atomo inizia a lavorare solo per sè stesso, allora comincia lo sfruttamento, e un tale lavoro localizzato per un interesse localizzato è chiaramente negativo. Ogni parte del corpo, ogni atomo, deve lavorare per il benessere dell'intero sistema. Esiste un Centro, e sotto la sua guida dovremmo lavorare.