giovedì 22 aprile 2021

Dal "Nettare dell'Istruzione" di Srila Rùpa Goswami


                               Verso I

 

vaco vegam manasah krodha-vegam
jihva-vegam udaropastha-vegam
etan vegan yo visaheta dhirah
sarvam apimam prthivim sa sisyat

 

Traduzione

La persona equanime che riesce a controllare l’impulso di parlare, le esigenze della mente, l’influenza dell’ira, e gli stimoli della lingua, dello stomaco e dei genitali, è qualificata per fare discepoli in tutto il mondo. 

 

Spiegazione

 Nello Srimad-Bhagavatam (6.1.9-10), Pariksit Maharaja ha posto a Sukadeva Gosvami una serie di domande intelligenti. Una di queste domande era: “Perché le persone si sottopongono all’espiazione se non riescono a controllare i propri sensi?” Ad esempio, un ladro può essere perfettamente a conoscenza della possibilità di essere arrestato per aver rubato, e può anche darsi che assista all’arresto di un altro ladro da parte della polizia, ma tuttavia continua a rubare. Ci vuole esperienza sentendo e vedendo. Qualcuno che è poco intelligente acquista esperienza vedendo, mentre quello che è più intelligente accumula esperienza ascoltando. La persona intelligente si astiene dal rubare, perchè ha ascoltato dai libri di diritto e dagli shastra o scritture, che non è buona cosa rubare, e perchè ha sentito che il ladro viene punito al momento dell’arresto. La persona meno intelligente probabilmente deve prima essere arrestata e punita per aver rubato, per imparare a smettere di rubare. Tuttavia, il furfante, l’uomo disonesto, forse ha dell’esperienza per aver visto e sentito, e può anche essere stato punito, ma continuerà ancora a rubare. Anche se quella persona espia e sconta la pena comminata dall’autorità, tornerà a rubare appena uscita di prigione. Se si considera che la punizione del carcere è una sorta di espiazione, allora a cosa serve l’espiazione? Così Maharaja Pariksit chiese:

drsta srutabhyam yat papam
janann apy atmano ‘hitam
karoti bhuyo vivasah
prayascittam atho katham

kvacin nivartate ‘bhadrat
kvacic carati tat punah
prayascittam atho ‘partham
manye kuñjara-saucavat

Egli paragonò l’espiazione al bagno di un elefante. L’elefante può fare il bagno nel fiume con molta cura, ma non appena si ritrova a riva si cosparge tutto il corpo di terra. A cosa gli è servito allora fare il bagno? Allo stesso modo, molti praticanti spirituali cantano il maha-mantra Hare Krishna, ma contemporaneamente si impegnano in molte attività proibite, pensando cantando contrasteranno le loro offese. Tra i dieci tipi di offese che si possono commettere mentre si canta il santo nome, questa offesa è denominata namno balad yasya hi papa-budhih: impegnarsi in attività peccaminose approfittando del canto del maha-mantra Hare Krishna. Similarmente, alcuni cristiani vanno in chiesa a confessare i propri peccati, pensando che confessandoli ad un prete ed eseguendo qualche penitenza, si libereranno dei risultati dei loro peccati settimanali. Non appena finisce il sabato e giunge la domenica, ricominciano con le loro attività peccaminose, in attesa di essere perdonati il sabato successivo. Pariksit Maharaja, il re più intelligente del suo tempo, condanna questo tipo di prayascitta o espiazione. Sukadeva Gosvami, essendo ugualmente intelligente, come si addice al Maestro Spirituale di Maharaja Pariksit, rispose e confermò al re, che la sua affermazione riguardo all’espiazione era corretta. Non si può contrastare un’attività peccaminosa con una attività di pia. Quindi la vera prayascitta o espiazione, è quella di risvegliare la nostra coscienza di Krishna latente. La vera espiazione implica progredire per raggiungere la vera conoscenza, e per raggiungere questo obiettivo vi è un processo autorizzato. Quando qualcuno segue un processo regolato di igiene non si ammala. L’essere umano deve essere addestrato in conformità ad alcuni principi che ravvivano la sua conoscenza originale. Questa vita metodica è denominata tapasya. Uno può elevarsi gradualmente, fino alla vera conoscenza o coscienza di Krishna, praticando austerità e il celibato (brahmacarya), controllando la mente, controllando i sensi, abbandonando i propri averi e dandoli in carità, essendo dichiaratamente veritiero, mantenendosi pulito e praticando gli yoga-asana. Tuttavia, se qualcuno è così fortunato da associarsi a un puro devoto, potrà facilmente superare tutte le pratiche per il controllo della mente, eseguite con il processo dello yoga mistico, semplicemente seguendo i principi regolatori del sentiero della coscienza di Krishna – astensione dal sesso illecito, dal mangiare carne, dal drogarsi o ubriacarsi e dal gioco d’azzardo, e dedicarsi a servire il Signore Supremo sotto la direzione di un Maestro Spirituale autentico. Srila Rupa Gosvami raccomanda questo semplice processo.