

vaco vegam manasah krodha-vegam
jihva-vegam udaropastha-vegam
etan vegan yo visaheta dhirah
sarvam apimam prthivim sa sisyat
Traduzione
La persona equanime che riesce a controllare l’impulso di parlare, le esigenze della mente, l’influenza dell’ira, e gli stimoli della lingua, dello stomaco e dei genitali, è qualificata per fare discepoli in tutto il mondo.
Spiegazione
Nello Srimad-Bhagavatam (6.1.9-10), Pariksit Maharaja ha posto a Sukadeva Gosvami una serie di domande intelligenti. Una di queste domande era: “Perché le persone si sottopongono all’espiazione se non riescono a controllare i propri sensi?” Ad esempio, un ladro può essere perfettamente a conoscenza della possibilità di essere arrestato per aver rubato, e può anche darsi che assista all’arresto di un altro ladro da parte della polizia, ma tuttavia continua a rubare. Ci vuole esperienza sentendo e vedendo. Qualcuno che è poco intelligente acquista esperienza vedendo, mentre quello che è più intelligente accumula esperienza ascoltando. La persona intelligente si astiene dal rubare, perchè ha ascoltato dai libri di diritto e dagli shastra o scritture, che non è buona cosa rubare, e perchè ha sentito che il ladro viene punito al momento dell’arresto. La persona meno intelligente probabilmente deve prima essere arrestata e punita per aver rubato, per imparare a smettere di rubare. Tuttavia, il furfante, l’uomo disonesto, forse ha dell’esperienza per aver visto e sentito, e può anche essere stato punito, ma continuerà ancora a rubare. Anche se quella persona espia e sconta la pena comminata dall’autorità, tornerà a rubare appena uscita di prigione. Se si considera che la punizione del carcere è una sorta di espiazione, allora a cosa serve l’espiazione? Così Maharaja Pariksit chiese:
drsta srutabhyam yat papam
janann apy atmano ‘hitam
karoti bhuyo vivasah
prayascittam atho katham
kvacin nivartate ‘bhadrat
kvacic carati tat punah
prayascittam atho ‘partham
manye kuñjara-saucavat
Egli paragonò l’espiazione al bagno di un elefante. L’elefante può fare il bagno nel fiume con molta cura, ma non appena si ritrova a riva si cosparge tutto il corpo di terra. A cosa gli è servito allora fare il bagno? Allo stesso modo, molti praticanti spirituali cantano il maha-mantra Hare Krishna, ma contemporaneamente si impegnano in molte attività proibite, pensando cantando contrasteranno le loro offese. Tra i dieci tipi di offese che si possono commettere mentre si canta il santo nome, questa offesa è denominata namno balad yasya hi papa-budhih: impegnarsi in attività peccaminose approfittando del canto del maha-mantra Hare Krishna. Similarmente, alcuni cristiani vanno in chiesa a confessare i propri peccati, pensando che confessandoli ad un prete ed eseguendo qualche penitenza, si libereranno dei risultati dei loro peccati settimanali. Non appena finisce il sabato e giunge la domenica, ricominciano con le loro attività peccaminose, in attesa di essere perdonati il sabato successivo. Pariksit Maharaja, il re più intelligente del suo tempo, condanna questo tipo di prayascitta o espiazione. Sukadeva Gosvami, essendo ugualmente intelligente, come si addice al Maestro Spirituale di Maharaja Pariksit, rispose e confermò al re, che la sua affermazione riguardo all’espiazione era corretta. Non si può contrastare un’attività peccaminosa con una attività di pia. Quindi la vera prayascitta o espiazione, è quella di risvegliare la nostra coscienza di Krishna latente. La vera espiazione implica progredire per raggiungere la vera conoscenza, e per raggiungere questo obiettivo vi è un processo autorizzato. Quando qualcuno segue un processo regolato di igiene non si ammala. L’essere umano deve essere addestrato in conformità ad alcuni principi che ravvivano la sua conoscenza originale. Questa vita metodica è denominata tapasya. Uno può elevarsi gradualmente, fino alla vera conoscenza o coscienza di Krishna, praticando austerità e il celibato (brahmacarya), controllando la mente, controllando i sensi, abbandonando i propri averi e dandoli in carità, essendo dichiaratamente veritiero, mantenendosi pulito e praticando gli yoga-asana. Tuttavia, se qualcuno è così fortunato da associarsi a un puro devoto, potrà facilmente superare tutte le pratiche per il controllo della mente, eseguite con il processo dello yoga mistico, semplicemente seguendo i principi regolatori del sentiero della coscienza di Krishna – astensione dal sesso illecito, dal mangiare carne, dal drogarsi o ubriacarsi e dal gioco d’azzardo, e dedicarsi a servire il Signore Supremo sotto la direzione di un Maestro Spirituale autentico. Srila Rupa Gosvami raccomanda questo semplice processo.
Prima di tutto dobbiamo capire che esistono tre piani di vita: il piano dei piaceri materiali, il piano della rinuncia, il piano della devozione. Il piano del piacere mondano è quello in cui, più o meno, ci troviamo ora. Godimento materiale significa sfruttamento; senza sfruttamento niente può esistere in questo piano:
Srimad Bhagavatam 6.1.49 New Orleans, 1 Agosto1975
"Come una persona addormentata agisce secondo il corpo che manifesta nei suoi sogni e lo considera il suo vero sé, così una persona s'identifica col suo attuale corpo, acquisito grazie alle passate attività religiose o irreligiose, e non è in grado di conoscere le sue vite passate o future."
Questa è la nostra posizione. Questo è il nostro progresso nella scienza, noi non sappiamo chi eravamo prima di questa vita, e cosa diventeremo dopo questa vita. La vita continua. Questa è la conoscenza spirituale. Ma molti non sanno neanche che la vita continua. Pensano di avere ottenuto questa vita per caso, pensano che tutto termina con la morte, che non c'è bisogno di porsi domande sul passato, sul presente o sul futuro. "Godiamocela", pensano. Questa si chiama ignoranza, tamasā, vita irresponsabile. Ajñaḥ; ajñaḥ significa "colui che non ha conoscenza". E chi sono coloro che non hanno conoscenza? tamasā, coloro che sono influenzati dall'ingnoranza. Ci sono tre tipi di influenze materiali: sattva, raja e tamas. Sattva-guna significa che tutto è chiaro, prakāśa. Proprio come ora, il cielo è coperto dalle nuvole e non è chiara la luce del sole. Ma al disopra delle nuvole c'é il sole, e tutto é chiaro. E anche all'interno delle nuvole non c'è chiarezza. Allo stesso modo, per coloro che sono influenzati da sattva-guna, tutto è chiaro, ma per coloro che sono influenzati da tama-guna, tutto è ignoranza, e coloro che si trovano da un misto di sattva-guna e tama-guna, sono influenzati da rajo-guna. Queste persone sono semplicemente interessate al corpo presente, non gli importa cosa accadrà, e non hanno nessuna conoscenza di cosa erano prima. E' scritto: nūnaṁ pramattaḥ kurute vikarma (SB 5.5.4). Pramattaḥ, proprio come un uomo pazzo, egli non sa perché é diventato matto, l'ha dimenticato, e dovuto alle sue attività, quello che accadrà dopo, lui non lo sa. Una persona pazza.
Quindi questa civiltà, la civiltà moderna, è proprio come la civiltà dei pazzi. Non hanno nessuna conoscenza della vita passata, e non sono nemmeno interessati alla vita futura. nūnaṁ pramattaḥ kurute vikarma (SB 5.5.4). Sono pienamente impegnati in attività colpevoli, perché non hanno conoscenza della vita passata. Proprio come un cane. Perché egli è diventato un cane, lui non lo sa, e non sa nemmeno cosa gli succederà dopo. Così un cane potrebbe essere stato il primo ministro nella sua vita passata, ma quando ottiene la vita da cane, egli si dimentica. Anche questa è un'altra influenza di māyā. -illusione- prakṣepātmikā-śakti, āvaraṇātmikā-śakti. Māyā ha due potenze. Se qualcuno, dovuto alle sue attività peccaminose passate, diventasse un cane, e se ricordasse che "Io ero il primo ministro e ora sono diventato un cane", sarebbe impossibile per lui continuare a vivere. Perciò, māyā copre la sua conoscenza. Mṛtyu. Mṛtyu significa dimenticare tutto. Ciò si chiama mṛtyu. Di ciò facciamo esperienza ogni giorno e ogni notte: quando di notte sogniamo, ci dimentichiamo di questo corpo. Dimentichiamo di essere sdraiati in un letto all'interno del nostro appartamento. No. Siamo convinti, forse, di stare vagabondando per la strada o di trovarci in cima ad una collina. E siamo interessati solamente a quel corpo che stiamo sognando. Ci dimentichiamo del corpo precedente. Questa è ignoranza. L'ignoranza è così, e più ci eleviamo dall'ignoranza alla conoscenza, più saremo vicini al successo della vita. Se rimarremo nell'ignoranza, sarà un completo fallimento. Significa rovinare la vita. Il Movimento per la Coscienza di Kṛṣṇa ha lo scopo di elevare una persona dall'ignoranza alla conoscenza. L'intero schema della letteratura vedica mira a liberare una persona. Kṛṣṇa, nella Bhagavad-gita, parla dei Suoi devoti, non di tutti. teṣāṁ ahaṁ samuddhartā mṛtyu-saṁsāra-sāgarāt (BG 12.7) E ancora:
Specialmente per i devoti... Egli si trova nel cuore di ognuno, ma Kṛṣṇa aiuta quel devoto che sta cercando di capirLo. Egli aiuta. I non-devoti conducono una vita simile a quella degli animali: mangiare, dormire, vita sessuale e difendersi. A loro non importa nulla della scienza spirituale, di come comprendere Dio o quale sia la loro relazione con Dio. Pensano Dio non esista. Anche Kṛṣṇa dice: "Sì, Dio non esiste. Dormite pure." Perciò viene richiesto sat-saṅga (la compagnia dei devoti). Satāṁ prasaṅgāt. Associandoci con i devoti risvegliamo la nostra curiosità riguardo a Dio. Per questo c'é bisogno di luoghi nei quali offrire la compagnia dei devoti. Non stiamo aprendo così tanti centri inutilmente. No. Tutto è fatto per il beneficio della società umana.